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Le questure finalmente recepiscono la sentenza che cancella la tassa sul permesso di soggiorno

A distanza di più di 10 giorni dalla sentenza del 24 maggio scorso le questure devono accettare tutte le istanze senza il pagamento del contributo

Il TAR del Lazio, con sentenza n. 06095/2016 del 24 maggio, ha cancellato l’obbligo di versare da 80 a 200 euro per il rilascio o il rinnovo del permesso di soggiorno. Il ricorso presentato dal patronato Inca e Cgil segue la sentenza Corte di Giustizia Europea che lo scorso anno aveva definito il contributo richiesto dalla normativa italiana “sproporzionato rispetto alla finalità perseguita dalla direttiva ed è atto a creare un ostacolo all’esercizio dei diritti conferiti da quest’ultima”.

Il contributo era così suddiviso: 80,00 € per i permessi di soggiorno di durata superiore a tre mesi e inferiore o pari a un anno; 100,00 € per i permessi di soggiorno di durata superiore a un anno e inferiore o pari a due anni; 200,00 € per il rilascio del permesso di soggiorno CE per soggiornanti di lungo periodo (ex carta di soggiorno) e per i richiedenti che siano dirigenti o personale altamente specializzato di società aventi sede o filiali in Italia (TU Immigrazione, art. 27, c. 1, lett. a.)

La Corte di Giustizia dell’Unione europea aveva affermato che, sebbene gli Stati membri godano di un margine di discrezionalità nella determinazione di importi da pagare in occasione del rilascio del titolo di soggiorno, tale discrezionalità deve, tuttavia, essere esercitata nel rispetto del principio di proporzionalità al fine di non pregiudicare l’effetto utile della direttiva 2003/109, il cui scopo principale è quello di consentire l’integrazione dei cittadini di paesi terzi stabilitisi a titolo duraturo negli Stati membri. Il contributo risultava quindi ampiamente sproporzionato rispetto alle cifre che i cittadini dello stesso Stato devono versare per ottenere un documento analogo, come la carta d’identità.

Le questure proprio in questi giorni, quindi a distanza di più di 10 giorni dalla sentenza, hanno finalmente inviato una nota ai patronati che specifica che le istanze saranno accettate senza il pagamento del contributo.
Con riferimento alla sentenza n. 06095 del 24 maggio u.s. del T.A.R. Lazio che ha annullato il Decreto del Ministero dell’Economia e delle Finanze, di concerto con il Ministero dell’Interno, si informa che a partire dalla suddetta data le istanze saranno accettate senza il pagamento del contributo di cui all’oggetto

Al di là del contributo, le altre spese restano invariate:
– 30,46 € per il Permesso di Soggiorno Elettronico – PSE 380;
– 30,00 € per l’assicurata a Poste Italiane;
– 16,00 € per la marca da bollo.

Alla luce di queste importanti sentenze il prossimo obiettivo è ottenere i rimborsi per tutti quegli immigrati che dal 2011 hanno pagato un costo troppo alto per ottenere i documenti di soggiorno.