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Grecia – A Diavata (nord Salonicco) un nuovo campo informale. Vogliono raggiungere il confine greco-macedone

La polizia carica un gruppo di persone che tenta di mettersi in cammino

Photo credit: GR Times

Grecia (Diavata) – Sono partiti da diverse zone della Grecia, in autobus, organizzati attraverso i social network, per raggiungere Diavata (20 minuti a nord di Salonicco) e accamparsi vicino al campo governativo di Anagnostopoulou, dove almeno 600-700 persone migranti, donne, uomini e bambini, si sono riunite allestendo un campo informale.
Affrontiamo moltissimi problemi in Grecia“, ha detto l’iracheno curdo Darya Wus, 35 anni, alla Associated Press. “Ci danno pochi soldi. Non abbiamo futuro in Grecia. La mia udienza per l’asilo è stata fissata per il 2021.


La speranza della “Glitter of hope caravan” è poi quella di partire tutti insieme, raggiungere Idomeni al confine greco macedone e poi l’Europa. Le forze di polizia sin dal pomeriggio del 4 aprile erano nei pressi del campo informale ed impedivano alle persone di raggiungere il campo.
Quando un gruppo di persone ha tentato di uscire su “Aliance Road” la polizia ha risposto con il lancio di gas lacrimogeni, granate assordanti e cariche.


Sajjad Hamid, 27 anni, iracheno di Baghdad che è in Grecia da 15 mesi, trascorre la notte in una tenda con i suoi quattro bambini piccoli. Avevano viaggiato a nord in autobus dalla città centrale di Halkida, dove vivevano in una camera d’albergo fornita da una ONG.
Noi rifugiati siamo stanchi”, ha detto. “Vogliamo andarcene. Non c’è niente da fare qui.
Altre 200 persone sono arrivate durante la notte. Nella giornata di oggi la situazione è ancora tesa. Le persone che stanno continuando ad arrivare a Diavata vengono fermate in vari punti della regione e viene chiesto loro di tornare nelle aree da cui provengono.

Photo credit: Costas Kantouris
Photo credit: Costas Kantouris

Migliaia di persone sono intrappolate in Grecia e nei cinque hotspot sulle isole, a tre anni dall’accordo UE-Turchia. Uomini, donne e bambini vivono in condizioni degradanti, malsane, di sovraffollamento e insicurezza, con scarso accesso ai servizi sanitari di base.
Anche se il numero degli arrivi è notevolmente diminuito dal 2016, si calcola che siano più di 5mila le persone arrivate in Grecia dall’inizio del 2019.
Provengono da paesi devastati dalla guerra come Afghanistan, Siria, Iraq e Repubblica Democratica del Congo.

Redazione

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