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Le imbarcazioni delle ONG sono tutte ferme

Intervista a Veronica Alfonsi di Proactiva Open Arms - Italia

Una breve video intervista a Veronica Alfonsi che racconta i recenti eventi che hanno coinvolto la ogn spagnola Open Arms, ora ferma a Barcellona per delle ispezioni, dopo una missione che è durata 25 giorni.
«In questo momento – afferma la coordinatrice della sede italiana della ong – non possiamo ripartire e stiamo aspettando di capire quando avremo il via libera.
Nel Mediterraneo non sono più presenti navi delle ong, su invito di Sea Watch ci ritroveremo il 13 settembre a Berlino per trovare delle strategie comuni».

Come ha evidenziato Veronica Alfonsi, ad oggi, nel Mediterraneo centrale non sono più presenti navi umanitarie impegnate in operazioni di ricerca e soccorso. Di fatto, questo è il risultato dell’attacco costante e con tutti i mezzi possibili di un intero arco politico (da Minniti del PD al governo Lega-5 Stelle) alle organizzazioni umanitarie, una guerra sporca che ha trovato avallo nelle politiche dell’Unione europea, come peraltro ha confermato il rapporto di Amnesty International “Fra il diavolo e il mare profondo. L’Europa abbandona rifugiati e migranti nel mar Mediterraneo centrale”.
Chiusura dei porti, utilizzo delle milizie libiche contro le navi umanitarie, false accuse di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina poi smentite: attacchi incrociati e pesanti violazioni del diritto internazionale che hanno costretto progressivamente le Ong a ritirarsi pena l’essere bloccate arbitrariamente nei porti maltesi (come sta tuttora avvedendo alle 3 imbarcazioni tedesche di Sea Watch, Lifeline e Seefuchs) o in quelli italiani (ricordiamo il caso Iuventa).

Danilo Burattini

Membro della redazione di Melting Pot Europa e dell'Ambasciata dei Diritti delle Marche.

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