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ONG fondamentali per salvare vite umane

Il rapporto “Attività Sar nel Mediterraneo centrale” indica che solo nel 2017 le navi umanitarie hanno soccorso 46.601 persone

Foto @Proactiva Open Arms

Sono state chiamate in tutte i modi, le ONG.

Da “taxi del mare” a “trafficanti“, da “delinquenti” a “nemici del popolo italiano“.
Sono state perfino denunciate di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina.
Bersagliate, colpite , distrutte dall’opinione pubblica e linciate dalla politica.
Come se salvare vite umane non sia necessario ed importante, come se la strada da perseguire sia quella di lasciare annegare migliaia di migranti in mare.

I numeri parlano chiaro: senza le operazioni di salvataggio delle ONG sarà una strage ancora più drammatica. Il Mediterraneo diventerà ancor di più un vero e proprio cimitero.

I migranti coinvolti in operazioni di salvataggio (SAR) o intercettati (L.E.) sono per lo più provenienti dalla Libia, giungono quindi da situazioni disumane dove la permanenza equivale alla morte, a ricatti, torture o a trattamenti inumani e degradanti 1.

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I migranti soccorsi in mare che sono partiti dalla Libia, nel 2017, sono stati 107.488.
Ossia il 94,1%. Una percentuale in aumento rispetto al 2016 (91,20%), al 2015 (90,75%) ed al 2014 (83,10%).

E’ possibile non soccorrere oppure rispedire indietro chi scappa dalla Libia? Può davvero considerarsi umano?

Meglio andare in carcere che ritornare in questo momento lì. E’ una fase storica dove dicono che dobbiamo ritornare in Libia oppure respingere i barconi: questo equivale a dire ‘voi dovete morire’. Se succede io mi butto dentro l’acqua, perché in Libia non si sta, non si vive più. Lì regna il caos. C’è molta, troppa guerra“.2

Inoltre, prestare soccorso per l’Italia è obbligatorio perché:

– è firmataria della Convenzione internazionale sulla ricerca ed il salvataggio marittimo (Amburgo il 27 aprile 1979), ratificata con legge 3 aprile 1989, n. 147;

– all’interno della Convenzione di Amburgo è sottolineato l’obbligo di salvare il richiedente soccorso dal pericolo, ma anche di portarlo in un luogo sicuro (atto chiamato “place of safety“).

Si deduce che:

– i salvataggi non sono un optional, sono obbligatori. Non attuarli equivale a violare diritti fondamentali e leggi;

– rispedire i migranti in territorio libico non è legale. E’ una violazione della normativa. Il territorio libico non può essere considerato sicuro per ovvi motivi 3.

E’ in questo contesto (legittima fuga dalla Libia) che s’inseriscono le operazioni di salvataggio effettuate nel cuore del Mediterraneo.

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Su 114.286 persone ancora vive grazie a operazioni di salvataggio, la maggioranza dei soccorsi sono stati effettuati dalle ONG: esattamente il 40,77%.

Senza l’aiuto delle navi umanitarie quante persone sarebbero morte in mare? Quanti migranti sarebbero annegati?

Il dato inequivocabile è che diminuiscono i numeri dei soccorsi, ma aumentano gli interventi delle ONG.

Numero di migranti soccorsi nel Mediterraneo centrale
Numero di migranti soccorsi nel Mediterraneo centrale

Se nel 2014 gli interventi delle Organizzazioni Non Governative erano 1.450 (ossia lo 0,87%), nel 2017 invece si è passati al 40,77% (+39,9%): questo incremento testimonia l’importanza fondamentale del ruolo delle navi umanitarie nel Mediterraneo. E’ impensabile voler bloccare i loro interventi, nonostante la cronaca recente racconta di come ormai la strada tracciata sia proprio questa.

Le imbarcazioni utilizzate dai trafficanti sono gommoni, barconi e barchini.
Recentemente è diminuito l’utilizzo dei gommoni ed è aumentato quello di imbarcazioni di “ridotte dimensioni – 10/15 metri – 50-60 migranti mediamente a bordo4.

Le ridotte dimensioni delle imbarcazioni hanno reso ancor di più pericolosa la tratta del Mediterraneo, portando di fatto a maggiori interventi di soccorso: il migrante che oggi tenta di arrivare in Italia corre rischi perfino superiori rispetto al 2016.

I barchini sono il mezzo più pericoloso e viene utilizzato sempre di più:
nel 2017 erano 234, +64 rispetto al 2016 (170).

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Media migranti/imbarcazione:
– 122 nei gommoni
– 56 nei barchini
– 248 nei barconi

Di fatto, i migranti che necessitano di soccorsi nel Mediterraneo sono migliaia di migliaia. Senza gli interventi della Guardia Costiera e soprattutto delle ONG la strage proseguirà inesorabilmente. E molto probabilmente sarà senza testimoni.

In assenza di canali legali e sicuri di ingresso in Europa, le persone continueranno a tentare la sorte imbarcandosi. Il Mediterraneo, senza questi aiuti, sarà la loro fossa comune.

Come si può bloccare, boicottare e perfino denunciare chi salva vita umane?

Fonte:
– Rapporto del Centro Nazionale di Coordinamento del soccorso in mare
(Maritime Rescue Coordination Centre Roma) “ATTIVITA’ SAR NEL MEDITERRANEO CENTRALE

  1. Dossier Libia. Abusi e violazioni sull’altra sponda del Mediterraneo https://www.meltingpot.org/Dossier-Libia-Abusi-e-violazioni-sull-altra-sponda-del.html
  2. https://www.meltingpot.org/Il-sopravvissuto.html#.XAqbKWhKjIU
  3. Dossier Libia. Abusi e violazioni sull’altra sponda del Mediterraneo https://www.meltingpot.org/Dossier-Libia-Abusi-e-violazioni-sull-altra-sponda-del.html
  4. www.guardiacostiera.gov.it “Attività SAR nel Mediterraneo Centrale”

Pietro Giovanni Panico

Consulente legale specializzato in protezione internazionale ed expert prevenzione sfruttamento lavorativo. Freelance con inchieste sui MSNA, rotte migratorie, accordi illegittimi tra Paesi europei ed extra UE e traffici di armi.
Nel 2022 ho vinto il "Premio giornalistico nazionale Marco Toresini" con l'inchiesta "La guerra dei portuali genovesi contro le armi saudite".