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Open Arms: da 5 giorni fuori dal porto di Mitilini, Lesbo, senza poter attraccare e consegnare gli aiuti umanitari a bordo

Lo scorso 23 aprile abbiamo lasciato il porto di Barcellona, dopo più di 100 giorni di blocco amministrativo in Spagna. Abbiamo fatto un primo scalo sull’isola di Samos, dove, non solo non ci hanno permesso di scaricare il materiale sanitario destinato al campo per rifugiati/e dell’isola, ma poche ore dopo il nostro arrivo, ci hanno invitato ad abbandonare l’attracco perché assegnato a un’imbarcazione militare (che evidentemente ha la precedenza).

Per questo, ci siamo diretti verso lo scalo successivo senza che ci fosse possibile effettuare la consegna del materiale destinato al campo di Samos.

Abbiamo così raggiunto il porto di Mitilini, a Lesbo, lo scorso venerdì 3 maggio, giorno in cui ci è stato assegnato un attracco che, secondo quanto indicato dalle carte nautiche aggiornate, ha una profondità di fondaggio inferiore al pescaggio della nostra nave, dunque non è considerato sicuro.

Da quel momento l’Open Arms è rimasta fuori dal porto, non le è stato infatti permesso né di attraccare, né di sbarcare gli aiuti umanitari che sono presenti a bordo.

5 giorni di attesa senza che sia stata offerta alcuna soluzione.

Chi è Open Arms

POA, è un’organizzazione non governativa che si batte per i diritti umani nel mare. Inizia le sue missioni di salvataggio nel settembre del 2015 a Lesbo (Grecia) dove salva mille persone nel Mar Egeo. Nell’inverno del 2016 estende le sue missioni nel Mediterraneo Centrale, dove in 4 mesi salva 15.000 vite a bordo della barca a vela Astral. Dall’inizio delle sue missioni nel Mediterraneo Centrale, salva 26.500 persone, 5.000 a bordo della Open Arms. Tutto grazie alle donazioni arrivate dalla società civile.

PROACTIVA OPEN ARMS | www.openarms.es/it