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Padova. «Più di mille irregolari in strada, è l’effetto del decreto Salvini»

Padova in prima linea, assieme a Torino e Bergamo, contro le nuove norme Il sindaco Giordani: «Chi chiede asilo deve poter lavorare. Conte parli con l’Anci»

«Se il decreto Salvini fosse stato applicato dall’inizio dell’anno avremmo già oltre 1.300 nuovi irregolari in giro per la nostra provincia, senza la possibilità di lavorare né di integrarsi. Finirebbero facilmente nelle mani della criminalità organizzata».

È il consigliere comunale di Coalizione civica Stefano Ferro a delineare lo scenario peggiore. E lo fa forte di una esperienza di “buona accoglienza” accumulata negli ultimi anni assieme alle cooperative di don Luca Favarin.

È proprio per questo che la giunta, con in testa il sindaco Giordani e l’assessore al sociale Marta Nalin, ha aderito alla mobilitazione promossa dall’Anci contro il decreto sicurezza. Una mozione è già stata approvata dai consigli comunali di Bergamo, Bologna e Torino (città quest’ultima governata dall’M5S).

Padova farà di più: «Ci faremo promotori di una lettera per chiedere al premier Giuseppe Conte di sospendere gli effetti del decreto e di aprire un confronto con l’Anci», spiega il primo cittadino. «Siamo preoccupati non tanto dal punto di vista politico, quanto da quello umanitario e della sicurezza – prosegue Giordani – I problemi vengono scaricati sui comuni, col rischio di aumentare il numero di persone che non sanno dove andare a mangiare e dormire e quindi anche gli episodi di microcriminalità».

Ma cosa contesta l’amministrazione alle nuove norme volute dal ministro dell’Interno Matteo Salvini? «Tanti provvedimenti che riteniamo sbagliati – risponde l’assessora Nalin – L’eliminazione del permesso di soggiorno per motivi umanitari, che nella nostra provincia riguarda circa 800 persone; l’impossibilità dell’iscrizione anagrafica ai richiedenti asilo, che quindi non potranno più avere la residenza; la revoca della cittadinanza per chi ha compiuto certi tipi di reati, una misura di dubbia costituzionalità visto che creerà cittadini di serie A e altri di serie B; la modifica che impedisce di ospitare i richiedenti asilo negli Sprar, che riporterà i grandi centri come Bagnoli e Cona; e infine l’introduzione della deroga al codice degli appalti per i centri di rimpatrio, dove si potrà procedere all’affidamento diretto».

Sergio Giordani chiama a raccolta i colleghi sindaci, cercando di evitare la polemica politica: «L’immigrazione è problema complesso, non si risolve con un decreto – sottolinea – Dobbiamo prevenire la criminalità e se avremo gente che gira per Padova senza far niente, finiranno aumenteranno gli spacciatori e la criminalità. Io sono perché i richiedenti asilo possano lavorare e integrasi, non devono restare con le mani in mano senza far nulla.

«Stiamo lavorando con i parlamentari dissidenti Cinque Stelle – conclude Stefano Ferro – Molti di loro si rifiutano di votare questo decreto e spero coinvolgano altri colleghi. Doveva essere il governo del cambiamento, si sta rivelando un grande bluff».