Per la libertà di movimento, per i diritti di cittadinanza

Percorso di Outplacement con richiedenti asilo, transizioni lavorative e processi migratori nuove prospettive di lavoro

Il percorso di orientamento rappresenta uno strumento volto ad analizzare le precedenti esperienze di lavoro per poter ricostruire il proprio passato e delineare un progetto futuro di vita. Un percorso di vita che riparta dalla consapevolezza delle proprie capacità, innescando un processo volto a stimolare la proprie capacità di resilienza. L’utenza di questo percorso è costituita da richiedenti asilo i quali affrontano un percorso di transizione totale, affrontare in maniera trasversale un percorso di orientamento è essenziale per creare le fondamento per l’inserimento nella vita sociale ed economica del nostro paese.

Outplacement, percorsi di inserimento sociale e lavorativo:

L’Outplacement si rivolge a coloro che non hanno un obiettivo professionale definito, o il cui obiettivo professionale sembra essere irraggiungibile. 
Anche le persone senza esperienze professionali possono aver bisogno di definire meglio le proprie capacità e aspirazioni professionali, e di progettare e mettere in atto percorsi professionali. In questo caso i beneficiare del corso sono immigrati, quindi persone che hanno deciso di abbandonare il proprio luogo di origine alla ricerca di un futuro migliore. I percorsi di Outplacement sono mirati a sostenere, individualizzare e potenziare le capacità e le competenze dei singoli beneficiari.

Lo scopo è di mettere in grado le persone di progettare il proprio futuro personale, in questa ottica diventa fondamentale riconoscere e metabolizzare il proprio percorso migratorio, identificare gli obiettivi da raggiungere e il sistema per realizzarlo.

I traguardi personali non possono essere imposti dall’operatore, ma devono nascere autonomamente dal vissuto dei beneficiari, i quali sono gli unici a poter rispondere nel modo più adeguato ai propri bisogni formativi, lavorativi e alla definizione del proprio percorso migratorio. Consegue che l’operatore offre un punto di vista esterno con cui confrontarsi e una guida al percorso che comunque ciascuno dei beneficiari deve compiere per:

1* identificare competenze e potenzialità da investire nell’elaborazione/realizzazione di un progetto di inserimento sociale professionale e migratorio
2* acquisire autonome capacità di autovalutazione e scelta e autodeterminazione 
3* sviluppare, rispetto a sé, quadri di riferimento socio-culturali e registri emotivi appropriati per affrontare positivamente situazioni di transizione/cambiamento, per investire sulla propria progettualità;
4* la ristrutturazione cognitiva, per favorire il passaggio da un atteggiamento rinunciatario a un’attivazione diretta nella ricerca di lavoro o di informazioni.
5* costruire un progetto di sviluppo umano 
6* la ristrutturazione cognitiva, per favorire il passaggio da un atteggiamento rinunciatario a un’attivazione diretta nella ricerca di lavoro o di informazioni.

Metodologia:
Il Target di persone che partecipato al corso risulta essere diverso da quelli che possono essere considerati utenti “classici”. La letteratura di settore è carente se non priva nell’offrire materiale specifico da utilizzare in questi casi, quindi risulta indispensabile avere un approccio etno-antopologico . Come metodologia di lavoro si è preferito usare le tecniche di educazione non formale e momenti di peer education, permettendo ai beneficiari di essere i creatori dei contenuti e non soggetti passivi di lezioni frontali.

Strumenti:
Gli strumenti utilizzati sono costituiti da:
Attività di presentazione e analisi dei bisogni, attraverso giochi di gruppo e attività semi strutturate

Cos’è il lavoro? Attività di confronto collettivo sulla concezione del lavoro, e sulle emozioni che suscitano. Attraverso l’utilizzo di cartelloni e post it i beneficiari riescono a concretizzare i propri vissuti

Il filo rosso del Lavoro; con l’utilizzo di fogli e colori i beneficiari sono stati chiamati a organizzare in maniera temporale la propria storia lavorativa, utilizzando colori diversi a seconda del sentimento legato all’esperienza di lavoro. Discussione finale e confronto di gruppo

Le mie competenze; per ogni esperienza si è chiesto di elencare le azioni pratiche svolte e le responsabilità legate al proprio ruolo.

Cos’è il mio lavoro; partendo dalle caratteristiche identificate in ogni lavoro svolto in precedenza, attività pratiche, intellettuali, lavoro autonomo, dipendente, in gruppo o svolto singolarmente, i beneficiari hanno dovuto analizzare queste esperienze per capire se quella professione è stata un’esperienza soddisfacente oppure no, quali erano le mansioni nelle quali si riusciva meglio e quelle nelle quali non si era particolarmente idonee. Cercare di capire i lavoro svolti per necessità e quelli fatti realmente per interesse personale.

Le mie caratteristiche personali; in questo caso ai beneficiari è stato chiesto di elencare le proprie caratteristiche personali, individuando in maniera particolare tutte quegli atteggiamenti che vengono fuori o si accentuano nei luoghi di lavoro.

Il mio lavoro ideale; E’ stato chiesto ai beneficiari di pensare a 3 lavori ideali che possono o hanno l’intenzione di fare in futuro. Per ogni professione inoltre è stato chiesto di elencare una serie di attività proprie di quel lavoro e le caratteristiche personali predominati per quel tipo di lavoro, quali ad esempio lavoro in gruppo, alta responsabilità, gestione del lavoro ecc.. Per ogni caratteristica personale o lavorativa bisogna capire se questa è da acquisire oppure già presente nel proprio bagaglio di esperienza personale.

Decidere di utilizzare del materiale mutuato da altri settori è stato di sicuro una scelta efficace che permette a tutti di esprimere il proprio vissuto, i proprio punti di orgoglio personale e le proprie ansie.

Per far capire il coinvolgimento dei beneficiari mi piace ricordare due episodi, un signore Pakistano sui 45 anni che ci mostra il biglietto da visita del suo negozio di abbigliamento e un altro signore che mi mostra la foto della sua sartoria. Non si può negare che sia stato un percorso difficile, chiedere di riflettere sulla propria storia personale a persone che hanno lasciato la propria Nazione, i propri affetti e la propria vita alla ricerca di un futuro.