Per la libertà di movimento, per i diritti di cittadinanza

Roma – “Un 20 giugno da pacchia”

Il foto racconto di Vanna D’Ambrosio

I nemici non sono i rifugiati, i richiedenti asilo o gli immigrati; è stato necessario ribadirlo anche durante la mobilitazione nazionale ed internazionale per la regolarizzazione di migranti e profughi, per il diritto alla casa/all’accoglienza e contro gli Accordi bilaterali di deportazione delle persone. In occasione della Giornata Mondiale del Rifugiato, il movimento per il diritto alla casa, all’accoglienza dignitosa e alla regolarizzazione hanno trascorso un 20 giugno #dapacchia, davanti la Prefettura.

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La maratona di sensibilizzazione contro le politiche discriminatorie messe in atto da chi dovrebbe tutelare, ha raccolto tutti gli stranieri, coloro che si sentono estranei alla democrazia italiana. Hanno dichiarato, all’unisono e senza divisioni, né bianchi né neri, che dello sfruttamento, dell’impoverimento graduale, e della mala accoglienza, vera responsabile è la politica odierna antisociale e criminalizzante, dal profondo delle sue leggi.

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Hanno parlato, di diritti senza confini, di una crisi economica irreparabile e di emergenze continue che hanno trascinato milioni di famiglie nella povertà, senza redditi, senza lavoro, senza casa e soprattutto senza soluzioni. Il popolo, ha denunciato regolamentazione di politiche sociali, economiche ed abitative che tendono a creare sottogruppi di cittadini, ricchi, poveri ed immigrati, da cui derivano impari opportunità e diritti ed una sottocategorizzazione di cittadini, oltre che una frammentazione manipolabile volta a perpetuare lo stato di sudditanza, le guerre tra i poveri e l’odio razziale.

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Gli interventi della giornata hanno richiesto un’esistenza nella regolarità, una individualità legittimata in tutta la sua presenza, e non colpevolizzata per l’evidente natura biologica o per l’estrazione sociale.

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In nome di un’Umanità aperta, le parole esposte hanno predisposto contro le politiche eugenetiche, strade di libertà, uguaglianza, fraternità e solidarietà per la ricomposizione sociale e contro l’escalation razzista in atto.

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Un essere umano ogni 110 nel mondo deve lasciare la sua casa. Oltre 68 milioni di persone sono state costrette alla fuga nel 2017 – è il record – . Nel 53% dei casi sono minori. L’85% si trova in paesi poveri.

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Vanna D'Ambrosio

Conseguita la laurea in Filosofia presso l’Università di Napoli Federico II, ho continuato gli studi in interculturalità e giornalismo. Ho lavorato come operatrice sociale nei centri di accoglienza per immigrati, come descritto nella rubrica “Il punto di vista dell’operatore”. Da attivista e freelance, ho fotografato le resistenze nei ghetti italiani ed europei. Le mie ricerche si concentrano tuttora sulle teorie del confine.