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Un diario dal Libano

di Claudia Terragni, agosto 2016

Foto: Marta Bianchi

Una Beirut senza schemi

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L’autista del taxi numero 31 è decisamente il più spericolato. Per le vie di Beirut si rischia la vita a ogni curva. I semafori, le corsie, i sensi unici sono tutte convenzioni occasionali. Ridicolo rispettarle. Tra un sorpasso a destra a novanta all’ora in pieno centro abitato e continui incidenti sventati per un pelo, si sfreccia tra macchine scassate, pulmini strapieni di gente e pedoni temerari.
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Libano: le migrant domestic workers

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The Help è un film del 2009 diretto da Tate Taylor. Ha avuto uno strepitoso successo e solo negli Stati Uniti ha incassato più di 160 milioni di dollari. Anche in Italia è diventato molto popolare anche tra i ragazzi e gli insegnanti. In pochi però sanno che il film è tratto dall’omonimo romanzo di Kathryn Stockett, best seller americano purtroppo trascurato nel nostro Paese. Parla di un’aspirante scrittrice del Mississipi degli anni 60 che decide di raccontare le difficili storie delle domestiche di colore che la circondano, vite dominate da razzismo, umiliazioni e continue ingiustizie.
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Canto dal Libano

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Mohammed ha deciso di cantare per noi. Dopo una decina di canzoni di De Andrè e Beatles strimpellate con la chitarra, è il suo turno. Ci ha raggiunto dopo cena nel nostro appartamento poco fuori Beirut. È un amico delle coordinatrici del Cantiere della Solidarietà di Caritas a cui sto partecipando da ormai più di una settimana.
In un momento tutti tacciamo e cala il silenzio sul suono del derbake e sulle nostre voci non troppo intonate. Siamo in più di dieci ma nessuno fiata. Mohammed chiude gli occhi e si concentra. Non dev’essere facile.
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In bici a Sabra e Chatila

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A Padova ci sono biciclette ovunque. Girano tutti in bici: universitari, bambini, anziani, da soli o in due, su vetture più o meno scassate. Sotto la pioggia e con il sole, la bici è una compagna di viaggio imprescindibile. Le biciclette sono uno degli aspetti di Padova che mi ha rubato il cuore e che mi ha convinto a studiare lì.
A Beirut abbiamo visto forse tre bici in tutto. Sarebbe una pazzia usarla lì, significherebbe venire investito seduta stante dal primo taxi che passa. Il traffico invalicabile e la guida spericolata creano un costante scorrere e incastrarsi di macchine, moto e pulmini. Per scegliere di prendere la bici nella capitale libanese devi essere davvero disperato.
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