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Yemen: bombardamenti “made in France”

Licenze di armi francesi venduti alla coalizione saudita per 50 miliardi

Almeno 16.000 morti, 3.6 milioni di sfollati e 150.000 famiglie senza casa nel 2018: futuri migranti generati con la complicità della Francia, futuri migranti che la Francia respingerà.
Sono tempi in cui i respingimenti, in nome di una sicurezza nazionale di cartone, sono la prassi. Dove si discute e ridiscute dell’immigrazione come fosse una minaccia, una piaga da estirpare. Dove si dimentica appositamente che non si scappa dalla propria terra d’origine senza una reale motivazione: le migrazioni di massa sono generate dalla violenza cieca spesso perpetrata con la complicità delle potenze occidentali.

In Yemen la coalizione saudita sta massacrando un popolo intero: negli anni a venire, è facile ipotizzare, si presenterà un esodo di proporzioni bibliche perché di proporzioni bibliche è la devastazione in corso.
L’alleanza saudita 1 è composta da undici nazioni sunnite più quattro potenze occidentali: UK, USA, Canada e Francia. Proprio quest’ultima, negli ultimi anni, è stata protagonista di una lotta all’immigrazione feroce [[https://www.meltingpot.org/Al-confine-di-Ventimiglia-aumenta-la-violenza-della-polizia.html]: respingimenti al confine con l’Italia con metodologie violente, minorenni rimandati in Italia come maggiorenni, rastrellamenti furiosi sui mezzi di trasporto.
Intrattiene, però, un business di armi con gli Stati dell’asse sunnita che sta macellando il popolo yemenita. Intrattiene rapporti con chi sta trasformando la popolazione in migranti disperati.
Oltre ad essere parte attiva nel conflitto, infatti, ci sono gli affari tra lo Stato francese e l’Arabia Saudita.

La Francia ha un business di armi con le nazioni appartenenti alla coalizione sunnita superiore ai 50 miliardi di euro annui e la vendita di armamenti più redditizia è proprio con i sauditi.
Per capire realmente quanti soldi girano nella vendita di armamenti francesi, non bisogna vedere soltanto le esportazioni (6,5 miliardi), bensì i “matériels de guerre et assimilés”. Ovvero le “licences individuelles délivrées”: le licenze.
La Francia ha rilasciato 4.307 licenze individuali, per un guadagno di 122,948 miliardi di euro: una valanga di soldi.

Il 40,98% di licenze finisce a Stati appartenenti alla coalizione saudita: 50,390 miliardi di euro.
I trasferimenti possono assumere varie forme: costosi o gratuiti, direttamente da Stato a Stato o come parte di un circuito commerciale e industriale”, si legge nella relazione al Parlamento del 2017 sulle esportazioni di armi dalla Francia 2: questo sta a testimoniare quanto il Governo francese sia direttamente coinvolto nella vendita di armi a nazioni dai regimi quanto repressivi quanto dittatoriali.

Nella fase di vendita delle licenze individuali, i protagonisti attivamente coinvolti sono il Secrétariat général de la défense et de la sécurité nationale, il Ministère de l’Europe et des Affaires étrangères, il Ministère des Armées ed il Ministère de l’Économie et des Finances: persone con ruoli governativi ben precisi, ministri del Governo.
Come può il Presidente Macron vendere licenze a quelle nazione che stanno massacrando donne, uomini e bambini dello Yemen?
Come può vendere licenze a regimi dittatoriali come Egitto, Arabia o Bahrein?

La Francia ha concesso 1.217 licenze (50,390 miliardi di euro) agli Stati appartenenti alla coalizione saudita (tra parentesi n° di licenze):
– Arabia Saudita 14.746.562.465 € (174)
– Canada 9.242.509.727 € (64)
– Egitto 7.934.459.074 € (75)
– Qatar 7.611.890.783 € (70)
– Emirati Arabi Uniti 5.287.592.206 € (150)
– UK 1.278.321.484 € (225)
– Marocco 1.028.956.365 € (47)
– Turchia 968.977.242 € (104)
– USA 926.232.384 € (180)
– Kuwait 665.338.389 € (38)
– Sudan 342.447.934 € (50)
– Senegal 283.547.709 € (26)
– Bahrein 56.961.600 € (7)
– Giordania 16.989.010 € (7)

Se da un lato alcune nazioni europee hanno bloccato la vendita di armamenti all’Arabia Saudita, dall’altro invece la Francia ha un business di quasi 15 miliardi.
Le licenze più remunerative vendute al Re saudita Salman sono le categorie ML4, ML5, ML9 e ML3 3 con questa suddivisione:
– ML4 (bombe, siluri, razzi, missili, esplosivi, cariche) 4,36 miliardi;
– ML5 (apparecchiature d’allarme, per la direzione del tiro, di allineamento) 4,45 miliardi;
– ML9 (navi da guerra) 1,74 miliardi;
– ML3 (munizioni e spolette) 1,32 miliardi.

La categoria ML4 comprende nello specifico anche granate, contenitori fumogeni, mine, cariche di profondità, cariche di demolizione, dispositivi e kit di demolizione, dispositivi “pirotecnici”, cartucce. La ML5 congegni di mira, calcolatori per il bombardamento, apparati di puntamento e sistemi per il controllo delle armi.

Altro capitolo, le licenze per agenti chimici/biologici tossici (ML7)4 vendute all’Arabia (1,6 mln), al Kuwait (79,63 mln), alla Turchia (7,10 mln) ed al Marocco (240 mila euro): trattasi nello specifico di agenti nervini per la cd. guerra chimica, agenti vescicanti, lewisiti, ipriti all’azoto, agenti inabilitanti e defolianti, agenti antisommossa, cianuro di bromobenzile, propanedinitrile.

Il quadro che emerge è abbastanza chiaro: la Francia vende licenze alla coalizione che sta flagellando lo Yemen.
Come può un Paese che si professa democratico vendere simili veleni a capi di Stato che si macchiano di invasioni aggressive?

Corposi anche i traffici con l’Egitto: le 5 licenze di categoria ML4, quindi bombe razzi e missili, hanno fruttato alla Francia 2,84 miliardi. La ML9, le imbarcazioni di guerra, 3,35 mld.
ML10, ossia aeromobili senza pilota e velivoli, 1,04 miliardi.
Come può uno Stato europeo intrattenere relazioni economiche con il dittatore Al-Sisi 5?

Al Qatar, la Francia ha venduto licenze ML10 (aeromobili e velivoli senza pilota) per 6,097 miliardi di euro (l’80,10% del totale di importazioni qatariote). Alla Turchia, oltre agli agenti chimici e biologi tossici (ML7), vengono vendute licenze di corazzature ed equipaggiamenti (ML13) per 112,595 milioni ed apparecchiature per la visione di immagini o di contromisura (ML15) per 115,86 milioni.
Gli Emirati Arabi Uniti hanno versato nelle casse francesi 5,287 miliardi di euro di cui: il 15% per apparecchiature elettroniche e droni, il 16,93% per marchingegni di direzione del tiro ed allineamento, il 13,07% per aeromobili ed il 10,97% per bombe, siluri e razzi.

Questo commercio di armamenti con nazioni che si rendono protagoniste di uno dei più grandi massacri del nuovo millennio, è in aperto contrasto con la stessa normativa francese oltre che europea. Vendere veleni e bombe che danneggiano la pelle della popolazione e inceneriscono lo Yemen non è moralmente ed eticamente corretto, ed è una violazione gravissima della legge.
La normativa francese disciplina la vendita di armamenti ponendo delle restrizioni tramite le leggi 2011/702, 2012/304 e D.L. 2012/731.
A queste si aggiungono il D.L. 2015/837 “Régime des transits de matériels de guerre” ed il D.L. 2017/909 “Exportation d’armes à feu, munitions et leurs éléments”, recanti disposizioni sulle esportazioni di armi. Tali norme sono consequenziali alla legge più importante, il cardine dell’intera normativa francese sulla tematica armamenti: il “Décret n° 2011-978 du 16 août 2011”, che vieta le esportazioni e le importazioni di beni utilizzabili per infliggere pena capitale, tortura o altre pene e trattamenti crudeli, inumani e degradanti (“exportation et importation de certains biens susceptibles d’être utilisés en vue d’infliger la peine capitale, la torture ou d’autres peines ou traitements cruels, inhumains ou dégradants”).

La Francia vendendo armi alla coalizione saudita-sunnita che bombarda lo Yemen viene meno alle fondamenta della sua stessa democrazia: l’Arabia Saudita e la sua coalizione, infatti, infliggono morte e trattamenti inumani e degradanti.
Per i soldi, vengono calpestati leggi e diritti umani.
Scoperchiando questi dati è lecito domandarsi quanto la “democratica” Francia sia non solo complice, ma carnefice, del massacro in Yemen. E’ lecito chiedersi quanto le vittime della razzia saudita siano state trucidate con bombe made in France.
E’ lecito domandarsi quanti morti ha causato il fabriqué en France.

  1. https://www.meltingpot.org/Yemen-in-nome-di-quale-Dio.html
  2. “Les cessions peuvent prendre plusieurs formes : onéreuses ou à titre gratuit, directement d’État à État ou dans le cadre d’un circuit commercial et industriel”, Rapport au Parlement 2017 sur les exportations d’armement de la France
  3. Elenco comune delle attrezzature militari dell’Unione Europea adottato dal Consiglio il 26 febbraio 2018, https://eur-lex.europa.eu/legal-content/IT/TXT/PDF/?uri=CELEX:52018XG0315(01)&from=LV
  4. Licenza ML7, altri esempi: solfuro di 2-cloroetile e di clorometile, bis (2-cloroetiltio) metano, 2-clorovinildicloroarsina. HN1: bis (2-cloroetil) etilammina, benzilato di 3-quinuclidinile, alchil (metil, etil, n-propil o isopropil) fosforil difluoruri
  5. https://www.meltingpot.org/Egitto-le-politiche-di-Al-Sisi-ed-i-minori-che-se-ne-vanno.html

Pietro Giovanni Panico

Consulente legale specializzato in protezione internazionale ed expert prevenzione sfruttamento lavorativo. Freelance con inchieste sui MSNA, rotte migratorie, accordi illegittimi tra Paesi europei ed extra UE e traffici di armi.
Nel 2022 ho vinto il "Premio giornalistico nazionale Marco Toresini" con l'inchiesta "La guerra dei portuali genovesi contro le armi saudite".